Simone Miletta in Arte Mīlĕs ( pseudonimo estratto dal suo stesso cognome di matrice latina. [Mīlĕs], sostantivo maschile III declinazione. “Soldato”), nato a Vibo Valentia nel 1979. dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Carrara (MS), sezione Scultura, si trasferisce a Firenze dove vive ed opera attivamente nelle varie discipline delle Arti Visive, Grafica, Pittura, Scultura e street. Partecipa a vari concorsi, è finalista al premio Poverarte festival 2016, sezione Pittura e al concorso Accenditiperaccenderla SERENDIPPO 1 per la realizzazione di cabine Enel nella città di Bologna. Prende parte alla riqualificazione urbana di Via del Guasto nel centro storico del capoluogo Emiliano, dipingendo muri, bagni pubblici e cabine. Nel 2017 partecipa ad ARTE FIERA di Bologna. In ambito grafico partecipa a diverse collaborazioni e pubblicazioni, nel 2015 spazio 10x10MAW, MAN AT WORK e PRINTBEE UOMO DI CARTA, nel 2017 realizza le illustrazioni per il cortometraggio PLACENTA di Fabrizio Cavallaro Tra le varie branche delle arti visive , dove attince in base alle necessità estetiche, emerge la Scultura. Lignea o modellata la materia prolunga l’intensità della tematica sfruttandone la terza dimensione. Espone le sue sculture in ARTE FIERA di Reggio Emilia nel 2005, GALLERIA LA VIRGOLA Castiglioncello (LI) 2007, GALLERIA BE_CAUSE Lamezia Terme (CZ) 2015, STREET LEVELS GALLERY (FI) 2017, BIENNALE di Soncino A Marco (CR) 2017. Dal 2016 opera in strada nella realizzazzione di muri in collaborazione con associazioni culturali e comunali in varie città d’Italia. Arricchendo la sua l’opera visiva attraverso le infinite varianti del muro che trasuda la propria storia.ciò contribuisce alla propria tematica sociale di svilupparsi su più livelli, subendo costantemente delle metamorfosi legate all’istinto umano e al continuo mutamento dell’individuo. Il rapporto fra uomo e animale, ciò che era e ciò che è oggi, analizzando e disegnando i contorni di un fenomeno sociale legato all’ istinto, che lentamente viene divorato dal mostro digitale e da false comunicazioni, chiaramente governate dalla cultura dell’immagine. Un Indagine visiva attraverso l’arte figurativa dove l’ uomo diventa animale e viceversa. incarnando oggettivamente il rifiuto di ciò che siamo realmente.