Intervista ad Amalia Caratozzolo

Illustratrice, autrice, insegnante: sono i mille volti di Amalia Caratozzolo, artista messinese romana d’adozione che abbiamo avuto il piacere di ospitare ad Up – Urban Prospective Factory. Le abbiamo chiesto di raccontarci del suo lavoro e della sua arte, tra collaborazioni e cinefili omaggi d’autore.

Potresti descriverci la tua arte?

La mia è sicuramente un’arte di tipo concettuale. Il concetto, il messaggio che voglio esprimere, è fondamentale. Forse sarà deformazione professionale da illustratrice, ma per me il significato dell’opera è tutto. Mi piace molto giocare con l’iconografia e le icone, e amo la ritrattistica. Il ritratto può essere pieno di significato, credo non debba limitarsi a riprodurre le fattezze della persona ritratta, ma piuttosto aggiungere carattere, emozione. 

Anche la satira è parte integrante del mio lavoro, il mio è uno sguardo ironico e pungente.

Quali sono stati il tuo percorso e le tue influenze?

Ho frequentato l’Istituto Europeo di Design qui a Roma, dove ho successivamente insegnato per quasi dieci anni incisione su linoleum. Sono una grande appassionata di incisione e tecniche di stampa artigianali. Ho un torchio calcografico di cui sono molto gelosa, permetto solo alla mia gatta di passarci tanto tempo insieme!

Ho lavorato moltissimo in ambito editoriale, con collaborazioni prestigiose come ad esempio quella con “La Lettura”, l’inserto culturale del “Corriere della Sera”. Da un anno e mezzo scrivo e illustro per la newsletter de “Il Fatto Quotidiano”, si tratta di una rubrica di satira, tutta al femminile. Nel 2020 ho pubblicato un libro di satira illustrato, dal titolo “Pene d’amore, manuale illustrato di sopravvivenza agli ex”, edito da “Baldini+Castoldi”, con la prefazione di Selvaggia Lucarelli. L’editoria mi appassiona molto, come il mestiere creativo e l’arte in generale. Sono decisamente affetta da cinefilia, amo il cinema in tutte le sue forme. Ho dedicato un’intera produzione di xilografie a David Lynch e al suo superbo Twin Peaks.

E invece quali tecniche utilizzi?

Appassionata di xilografia, quando posso ne approfitto subito per incidere. Utilizzo moltissimo anche la tecnica dell’illustrazione digitale, servendomi del prezioso aiuto della tavoletta grafica. L’incisione è una tecnica molto lunga e laboriosa, e non può essere usata in ambito editoriale, dove è necessaria una grande rapidità di esecuzione. Queste sono le tecniche che uso più frequentemente, ma mi ritengo piuttosto versatile, ho realizzato ad esempio anche diversi murales, con l’uso dell’acrilico.

Come si sposa l’arte dell’illustrazione col contesto giornalistico?

Sicuramente l’illustrazione è molto legata al contesto giornalistico e alla comunicazione in generale, intanto perché l’illustrazione in sé è strettamente connessa a un testo, e oltretutto ha il medesimo compito: quello di comunicare. A mio parere, l’illustrazione non deve limitarsi ad accompagnare il testo, piuttosto deve comunicare qualcosa in più, anche una suggestione.

Intervista di Luigi Costigliola – luigicostigliola@yahoo.it