Artista trentacinquenne della provincia di Comacchio, Riccardo Buonafede sceglie, sin da adolescente, di portare avanti un percorso didattico e creativo autonomo, totalmente antiaccademico che lo porta ad allontanarsi dai consueti contesti di formazione artistica, abbandonando gli studi ed intraprendendo la carriera lavorativa nell’edilizia. Durante il lavoro entra in contatto con materiali e supporti di diverso tipo e da qui nasce l’idea di esprimere l’arte sul legno oltre che sulla tela. Questa connessione con la materia appare evidente nella rappresentazione delle tavole da surf.
Nel 2016 riscopre il piacere e la passione per il disegno e per l’espressione artistica libera, non vincolata da corsi o scadenze. Da sempre affascinato dal mondo dei graffiti nel 2017 quasi come una conseguenza naturale, Buonafede si avvicina al mondo della street art, provando una forte sinergia con le grandi superfici che questa permette di esplorare.
La collezione che Riccardo Buonafede espone alla galleria “Up Factory” di Roma rispecchia non solo la sua accesa personalità ma anche la sua articolata evoluzione artistica, dal 2014 ad oggi. Le opere proposte toccano una serie di tematiche, che finiscono per svelare i valori cui l’artista si ispira e crede. Il titolo dell’esposizione prende spunto da una serie di opere “Anime Animali” in cui l’artista riesce a liberare il suo gesto creativo, distaccandosi dall’iperrealismo a lui più caro e permettendosi alcune libertà stilistiche innovative.
Il titolo della mostra, racchiude perfettamente il significato che scaturisce dai quadri selezionati. Alla base di molte opere percepiamo, infatti, un intenso pensiero orfico: i corpi dipinti in tonalità di nero e gli schizzi di colore acceso, come anime che cercano di liberarsi dalla tomba corporea, suscitano in chi li ammira un desiderio di libertà.
Non sono però solo le figure animali a suscitare tali forti sensazioni, ad esempio l’opera Segni del Tempo, si concentra su un fardello che pesa sulle spalle di ogni essere vivente: l’invecchiamento. La luce proveniente dall’alto, lo sguardo rivolto verso la fonte luminosa, le zone d’ombra, i lunghi capelli neri, le braccia contratte … tutti elementi che, nel loro insieme, creano un’immagine di fronte alla quale si prova angoscia e, nel contempo, attraverso il sorriso della donna appena accennato, accettazione nei confronti di un corpo ormai vinto dalla forza di gravità.
Opera più critica ma ugualmente significativa è Arbeit Macht Frei. L’Olocausto, o più in generale i campi di sterminio nazisti, sono temi sui quali pensiamo non si possa far arte poiché l’Arte è qualcosa che dovrebbe avere come fine ultimo la Bellezza. Tuttavia Riccardo Buonafede in quest’opera non fa arte, piuttosto compie un omicidio: uccide i fanatismi, uccide l’ideologia nazista, uccide il colore che, totalmente assente, va a rappresentare la perdita di ogni forma di speranza. Il gesto di falciare le braccia in saluto nazista, così come lo compie l’uomo in primo piano, vuole dunque rappresentare la morte di un’ideologia, proprio lì, davanti l’accesso al campo di concentramento di Auschwitz, dove è stata la morte a regnare fino al gennaio del 1945.
“Anime” è l’occasione per intraprendere, o approfondire, la conoscenza di un’artista con molte sfumature e molte cose da dire.
Testo realizzato in sinergia con gli studenti dell’Istituto Istituto paritario “Maria Immacolata” di Roma in particolar modo con il contributo di: Francesco Roberto Innocenzi e Gabriel Salvatori.Si ringrazia la docente Elisabetta Vannucci.
Mostra a cura di: Marta Di Meglio