“Urto” nato a Catanzaro nel 1987, ha mostrato da sempre interesse per l’arte che lascia il segno! Al principio gli spray e le lettere erano per “Urto” lo strumento perfetto per esprimersi, ma nello stesso momento per vivere gli amici e per provare adrenalina. Quell’adrenalina che ancora oggi custodisce, impiegandola nel momento in cui è “chiamato a dipingere”.
La tela come il cemento per l’artista sono lo strumento, il ponte con cui veicolare un messaggio e testimoniare il passaggio dell’artista stesso.
La sua prima produzione affascina il pubblico per il modo in cui il pennello o lo spray genera un fluido blu di colore, il quale armonicamente sembra galleggiare sul fondo di un supporto che altro non è che il mare.
Mare fonte di vita dal quale possono nascere pesci a tre teste, testimoni di uno sfruttamento selvaggio da parte dell’uomo dell’intero ecosistema. Il pesce, inoltre, si fa specchio di un comportamento cronicizzato e malato che ormai l’uomo rivolge anche alla sua stessa specie. Non manca nelle opere dell’artista una visione positiva testimoniata proprio dal fluido blu che rappresenta la spiritualità e l’energia di un corpo.
Per il pubblico di “UpFactory” “Urto” espone ventotto opere inedite, di cui tre esposte per la “Florence biennale”. L’allestimento è pensato come un percorso nella storia dell’origine della vita. Cellule, squame, strappi di mare e serigrafie spontanee. Tutte concorrono ancora una volta a far riflettere sulla preziosità della vita. Fluidi liberi di lasciare il segno sulla tela, cellule che racchiudono in se piccoli esseri viventi, squame, la cui somma diventa il dorso di un animale contemporaneo.
Rispetto alla prima produzione la gamma cromatica si arricchisce. Tutti i colori primari vengono chiamati in causa. Il pesce scompare, il suo corpo viene scisso. I particolari diventano fonte di un’analisi macroscopica che ci porta, ancora una volta, a riflettere sulla bellezza e la preziosità della vita.
testo a cura: Marta Di Meglio